Il Sismondi-Pacinotti al convegno “Costruire Proposte di Speranza”
Lo scorso 26 novembre nell’aula magna del Seminario vescovile di Pistoia, don Maurizio Patriciello, “figura di riferimento della Speranza", è intervenuto con passione sulle difficoltà educative, e soprattutto su quelle legate alle povertà. La sua esperienza nella realtà di Caivano, nella periferia di Napoli, dove educazione e legalità spesso si intrecciano con situazioni di disagio, lo rende una voce autorevole e capace di ispirare un dialogo costruttivo. Il nostro Istituto, nella persona del prof. Francesco Iadarola, era presente al convegno “Costruire Proposte di Speranza – Scuola e territorio di fronte all’emergenza educativa”: il convegno si è posto come obiettivo quello di individuare in sinergia con tutte le figure educative, percorsi concreti volti a migliorare e sostenere i giovani nel loro cammino di crescita.
Partendo dall’esperienza di Patriciello come sacerdote di frontiera in un territorio difficile, le parti coinvolte hanno condiviso idee e progetti per superare la crisi educativa, rafforzare l’idea di una ‘alleanza educativa’ tra scuola, famiglie, istituzioni e territorio, prendendo spunto dalle parole di Papa Francesco che invita a lavorare insieme per costruire un ‘villaggio dell’educazione’, in cui ogni membro della società contribuisce alla crescita delle nuove generazioni. Con don Patriciello, sono intervenuti tra gli altri, don Cristiano D’Angelo vicario generale della diocesi di Pistoia, il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, il presidente della Fondazione Caript Luca Gori, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale della Toscana Ernesto Pellecchia e la dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Pistoia e Prato, Ilaria Baroni. Il professor Iadarola condivide le sue riflessioni: “Come docente, alla luce delle proposte condivise al convegno, ritengo personalmente che la scuola abbia un ruolo che non possiamo non definire nobile, soprattutto rispetto alle marginalità: una scuola che non rivolge tutti i suoi sforzi verso i ragazzi più in difficoltà e disagio, è una scuola che ha perduto la sua missione. I ragazzi abbandonati ai loro deserti educativi sono i più inclini a quella violenza che vorremmo tanto debellare dalla nostra società”. Tutta la comunità.